mercoledì 31 agosto 2011

PULITO E' BELLO

Un mantello soffice e lucente e, in ogni caso corrispondente ai canoni di razza è, prima di tutto, la spia più evidente di un equilibrato stato di salute dell’animale ed è, naturalmente, motivo di orgoglio per il proprietario che sarà legittimamente fiero dell’appariscente bellezza del suo animale. Ma, perchè è importante prendersi cura del mantello degli animali?
E’ semplice, il pelo svolge nel cane, come tutti gli altri mammiferi terrestri che ne sono dotati, delle funzioni di grandissima importanza.
Basti pensare che è proprio il pelo ad assolvere l’importantissima funzione di regolazione della temperatura corporea, ma funge anche da eccellente protettore contro le pericolose aggressioni che gli agenti esterni infliggono alla cute.
E la pelle è un apparato di grande rilevanza perché serve a difendere l’organismo dai microbi, controlla la pressione arteriosa ed è anche un deposito ed una riserva di acqua, sali minerali, vitamine, glucidi e così via. E’ chiaro, quindi, quanto sia importante prendersi cura di questo apparato che, grazie al suo buon funzionamento, garantisce all’animale un organismo in perfetta salute. Cani e gatti possono essere più o meno gravemente colpiti da malattie cutanee, e questo può essere un buon motivo per osservare determinate regole igieniche che, oltre a prevenire l’insorgenza di determinati problemi, possono aiutare a identificarli subito, rendendo cos ì più rapida e agevole la guarigione.
L’igiene del mantello si ottiene con un quotidiano uso della spazzola o del pettine che, passati sul copro dei nostri amici, eliminano polvere, sporcizia superficiale, i peli morti che possono essere una fastidiosa causa di pruriti e gli eventuali nodi. Naturalmente, la scelta della spazzola adatta sarà influenzata dal tipo di pelo dell’animale, tuttavia, la cosa più importante di cui accertarsi durante l’acquisto è che i denti abbiano la punta arrotondata in modo da non ferire la cute dell’animale quando viene spazzolato. Inoltre non bisogna dimenticare che questi strumenti devono esser usati in modo corretto e questo significa, innanzitutto, evitare manovre brusche che potrebbero strappare via dei peli vitali. Ma arriva il momento in cui le spazzolature quotidiane non bastano più a ridare lucentezza ad un mantello ormai opaco, e l’odore che il nostro amico emana non è proprio dei più gradevoli.
E’ il momento di fare il bagno! E, anche se non è possibile stabilire con precisione quale è l’intervallo di tempo ottimale per farlo, possiamo affermare che la scadenza è di ogni 1 o 2 mesi:. Diciamo che questo intervallo di tempo è molto variabile a seconda delle condizioni ambientali in cui gli animali vivono e del tipo di vita che conduce, e quindi delle possibilità o meno che hanno di sporcarsi.
Un proprietario attento è perfettamente in grado  di imparare a riconoscere quando arriva il momento del bagnetto. Attenzione però  agli eccessi di zelo perché i lavaggi troppo frequenti impoveriscono il mantello dalle sue sostanze grasse protettive, rendendolo opaco, fragile e troppo morbido; l’inverso può avere degli effetti ben immaginabili sia sull’aspetto che sulla salute e socialità dei nostri amici.
Anche per i nostri compagni animali, il mercato ha sviluppato delle linee cosmetiche che offrono un’ampia gamma di prodotti per l’igiene e la bellezza del mantello in grado di soddisfare al meglio le più svariate esigenze di pulizia salubrità e bellezza di pelo e cute. L’errore che viene fatto più frequentemente è quello di utilizzare per gli animali prodotti non specificamente studiati per le loro esigenze, si tratta di un errore  che deve essere assolutamente evitato poiché l’uso di prodotti non adatti rischierebbe di originare allergie impoverire pelo e cute etc.
Per fare in modo che il bagno divenga una piacevole abitudine è importante agire con una certa fermezza ma anche con dolcezza, parlandogli durante il bagno con un tono di voce rassicurante e con parole dolci, allo scopo di far sentire il cane il più possibile a suo agio.

CONSIGLI
Perché le operazioni di pulizia diventino per i vostri animali un momneto di piacere e non una costrizione a cui vengono coattivamente sottoposti vi segnaliamo alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutare a far diventare il momento della toletta una parentesi di relax e coccole.
Come passare la spazzola
E' bene seguire la direzione del pelo, tranne per quelle razze che richiedono una cura particolare del mantello finalizzata a renderlo vaporoso e soffice.
La pressione esercitata con la spazzola non deve essere superficiale, ma nemmeno troppo energica al fine di evitare il rischio di danneggiare la cute graffiandola o irritandola.
Le operazioni di spazzolatura devono sempre procedere dalla testa verso la coda facendo attenzione alle orecchie. Si deve cominciare sempre dal capo e dal muso, facendo attenzione a non piegare le orecchie. Molti soggetti tendono a soffrire di otite una spazzolata energica proprio sopra le orecchie diventerebbe un vero e proprio supplizio.
Mentre spazzolate il vostro beniamino fate attenzione anche a non ferire occhi e naso.
Spazzolate pure l’addome e le zampe  facendo però attenzione ai capezzoli nascosti sotto il pelo.
Il momento ideale
Gli animali non devono essere forzati, scegliete per iniziare le operazioni di pulizia dei momenti in cui è già tranquillo, il consiglio è di evitare di strapparlo al sonno od ai giochi per pettinarlo. Iniziate ad abituarlo alle operazioni di spazzolatura e pulizia  fin da quando è piccolo, le accetterà sicuramente meglio. Quando lo manipolate usate un tono di voce pacato, cercate di tranquillizzarlo con parole dolci e carezze e vedrete che andrà tutto a meraviglia.
COME LAVARE IL CANE
Vi forniamo di seguito  alcune informazioni su come lavare, toelettare e spazzolare il vostro cane. Ricordatevi che la pazienza e la delicatezza sono importantissimi durante questi trattamenti!
Lavaggio
È bene  aver preparato tutto l'occorrente per lavare il vostro cane prima di iniziare a bagnarlo, perché probabilmente tenterà di sottrarsi all'operazione! Quindi preparate la zona dove laverete il vostro cane con tutta l'attrezzatura necessaria anche per asciugarlo.
I bagni all’aperto sono consentiti soltanto se la temperatura ambientale è gradevole  altrimenti occorre procedere alle operazioni di lavaggio al chiuso. Usate solo prodotti specifici per cani. Ogni volta che lavate il vostro cane, anche la sua cuccia dovrebbe essere lavata, ad intervalli comunque frequenti.
Fate entrare il cane nella vasca bagnatelo abbondantemente con acqua calda (attenzione a che la temperatura non sia troppo calda da scottarlo) poi procedete all’insaponatura conlo shampoo. Risciacquate abbondantemente e insaponatelo di nuovo. Lasciate agire lo shampoo qualche minuto senza perdere di vista il vostro amico e poi sciacquatelo abbondantemente. Fido è pronto per essere asciugato. Avvolgetelo in un asciugamano e frizionatelo abbondantemente quando il telo sarà tutto bagnato procedete alla stessa operazione con un altro telo asciutto (questo trucchetto vi permetterà di risparmiare tempo con il phon).
Quando avrete finito di frizionare con gli asciugamani potrete passare all’asciugatura a phon  ad una temperatura adeguata, utilizzando contemporaneamente una spazzola per velocizzare l'asciugatura.

Spazzolatura dei cani a pelo corto.
I cani a pelo corto hanno bisogno di essere spazzolati almeno una volta alla settimana, in funzione dello stato del loro mantello. Utilizzate una spazzola speciale, che potrete trovare in ogni negozio per animali, ed un pettine. Per cani di grossa taglia, è consigliabile posizionarli su di un tavolo o un supporto per facilitarne la spazzolatura. Per i cani piccoli, farli sedere sulle proprie ginocchia può essere il modo migliore.
Spazzolate il pelo verso l'esterno con l'aiuto del pettine, partendo dalla testa e proseguendo per tutto il corpo, la coda e le zampe. Prestate particolare attenzione al pelo irto del collo, specialmente in alcune razze come i Labrador. Una volta che avrete completato il mantello, passate alla spazzola per rimuovere il pelo in eccesso.


Spazzolatura dei cani a pelo lungo.
I cani a pelo lungo necessitano di maggiore attenzione riguardo la spazzolatura, che dovrebbe essere eseguita almeno due-tre volte alla settimana, lasciando trascorrere dei brevi lassi di tempo tra un trattamento e l'altro.
Utilizzando sempre il pettine e la spazzola, e ricordando come posizionare il cane in funzione della sua taglia, partite dalla testa e scendete poi sul corpo, la coda e le zampe. Sollevate il mantello anche per spazzolare il sottopelo, facendo attenzione a rimuovere il pelo morto. Questa operazione vi permetterà di controllare anche lo stato di salute della pelle e verificare l'eventuale presenza di parassiti o di infezioni. Una volta conclusa l'operazione, ripassate il pettine per verificare che tutto il pelo in eccesso sia stato rimosso.

Cuccioli.
Il procedimento è uguale a quello dei cani adulti; la cosa più importante mentre laverete e spazzolerete il vostro cucciolo, sarà la vostra delicatezza. Se il cucciolo si ricorda questa operazione come un qualcosa di sgradevole, diventerà più difficile lavarlo successivamente. Potete utilizzare anche con il vostro cucciolopettine, spazzola, phon e uno shampoo delicato adatto a lui. Ricordatevi che i cuccioli dovranno essere spazzolati in maniera dolce e delicata. Normalmente i cuccioli necessitano di una spazzolatura alla settimana, in funzione dello stato del mantello.
Ma il bagno da solo non bastaL’igiene dei cani non può dirsi completa se non si rivolgono particolari e periodiche attenzioni alle loro orecchie, unghie e denti. L’obiettivo principale è quello di avere un costante controllo del loro stato di salute e pulizia. Le orecchie sono organi particolarmente “vulnerabili”, quindi la loro pulizia costituisce un’operazione delicata e importante. Sono appendici molto delicate, soprattutto se pendenti e molto pelose, perché sono più facilmente predisposte allo sviluppo di infiammazioni e infezioni.
La scarsa aerazione del canale uditivo, unita alla polvere e alla sporcizia, sono fattori sufficienti alla proliferazione dei batteri causa di fastidiose infiammazioni. L’operazione di pulizia delle orecchie è delicatissima. Sconsigliamo l’uso dei bastoncini perché rischiano di spingere ancora più in profondità il materiale cerumoso, oppure di ferire involontariamente l’animale.
Consigliamo quindi di pulire le parti più esterne del padiglione con un batuffolo di ovatta inumidito con apposite soluzioni.
Per pulizie più profonde è opportuno usare delle soluzioni già pronte disponibili in commercio. Tuttavia, se durante la pulizia si nota del materiale sospetto che può essere la spia di un problema più o meno serio, sottoponete il caso all’attenzione del veterinario.
Occhi sani, luminosi e vivaci non necessitano normalmente di cure particolari.
La presenza di arrossamenti congiuntivali, di lacrimazione eccessiva e di abbondante materiale denso lungo i margini delle palpebre possono significare problemi di fondo più seri, perciò la cosa più importante è contattare immediatamente il veterinario.
Come pratica abituale di pulizia, un batuffolo di cotone imbevuto d’acqua e passato sugli occhi all’angolo interno verso l’esterno è sufficiente a togliere la polvere e il muco. In commercio, comunque, esistono dei prodotti adatti alla pulizia degli occhi, principalmente a base di camomilla. La cosa più importante alla quale si deve prestare attenzione è quella di proteggerli dai saponi usati durante i bagno, perché il contatto potrebbe risultare irritante e nocivo per gli occhi dei cani.
Anche le unghie richiedono un controllo periodico soprattutto per quei cani che vivono principalmente in appartamento. Per questi, che non hanno molte possibilità di consumarsi “naturalmente” le unghie, esistono in commercio delle speciali tronchesine con le quali si può provvedere a tagliarle molto agevolmente: l’unica avvertenza che bisogna rispettare è quella di fare attenzione a non ferire la parte viva dell’unghia per evitare il rischio di incorrere in piccole emorragie. Tuttavia se dovesse accadere qualche cosa del genere niente panico: l’emorragia è facilmente arginabile con del cotone emostatico. Inoltre è spesso opportuno controllare i piedi del cane dopo le quotidiane passeggiate o dopo una giornata di caccia; infatti, negli spazi tra le dita possono conficcarsi pietruzze e corpi estranei che spesso divengono le uniche responsabili di dolorose zoppicature.
Infine, i denti del cane sono soggetti, con l’andare del tempo a fastidiosi quanto maleodoranti problemi di tartaro. Il tartaro nel tempo procura seri disturbi per l’’animale, che vanno dalla difficoltà nella masticazione ad infezioni; quando si arriva a questo punto soltanto l’intervento del veterinario può risolvere la situazione. Tuttavia, una buona igiene del cavo orale riesce a rallentare ne a limitare la formazione del tartaro. Ciò può essere ottenuto con un’alimentazione sana e razionale soprattutto a base di cibo secco, che aiuta l’asportazione meccanica della placca dentaria.
E’ consigliabile comunque una periodica pulizia dei denti con uno spazzolino o tramite una pezzuola con paste specifiche per la pulizia dei denti degli animali.
COME LAVARE IL GATTO
Certo il bagno non sarà mai gradito al gatto ma se lo si abitua sin da piccolo sarà meno spaventato e accetterà più di buon grado l’operazione. I gatti, soprattutto quelli a pelo lungo, hanno bisogno di essere lavati ad intervalli regolari. Il bagno serve a rimuovere il pelo morto, i parassiti e lo sporco che raccolgono vagabondando. Se possedete un gatto a pelo corto che si ribella al bagno potrete fargli uno shampoo a secco. Nel caso dello shampoo a secco lasciate agire il prodotto qualche minuto e poi spazzolatelo vigorosamente. Potrete lavare il gatto nel lavandino, nella vasca da bagno o nel catino di plastica.
Cosa servirà:
- uno shampoo per gatti
- due asciugamani
- un panno morbido
- una spazzola
- un phon
Prima di iniziare a fare il bagno al gatto pettiniamolo con cura, perché quando il pelo è bagnato i nodi sono impossibili da sciogliere e devono essere tagliati.
Ecco come fare il bagno al gatto:
stendete uno dei due asciugamani sul fondo del recipiente scelto per il lavaggio per impedire che il gatto possa scivolare.
Apriate l’acqua leggermente più calda del normale. Non immergete totalmente  il gatto nell’acqua per non spaventarlo. Riempite il lavandino con circa 10 cm d’acqua calda e adagiateci il gatto.
Bagnate  il gatto con un po’ di shampoo misto ad acqua calda, partendo dal collo.
Massaggiamo dolcemente in modo da far penetrare lo shampoo tra il pelo. Fate attenzione a non far entrare il sapone negli occhi e nelle orecchie, e quando maneggiate il gatto abituatevi  a parlargli e a fargli i complimenti.
Risciacquatelo con abbondante acqua calda.
Se il gatto è molto sporco potete fargli un altro shampoo e ripetere l’operazione.
Infine toglietelo dal lavandino, avvolgetelo nell’asciugamano e frizionatelo con dolcezza.
Asciugategli con cura la zona vicino agli occhi, alle orecchie e al naso con un panno morbido.
Se il gatto non si spaventa potete asciugarlo con il phon facendo attenzione al getto d’aria calda che deve essere tenuto lontano dal muso e nel contempo spazzoliamo il mantello. Se il gatto non gradisce il phon, lasciamolo libero tenendolo però in un ambiente caldo finché non è ben asciutto.

ATTENTI ALLA LEISHMANIA

Complici le temperature miti e le giornate più lunghe bipedi e quadrupedi sono invogliati a concedersi lunghe passeggiate all’aria aperta.
Con il caldo però ritornano anche le zanzare che, se per l’uomo rappresentano soltanto un fastidioso ponfo pruriginoso, per i cani possono voler dire contrarre una malattia subdola e di difficile individuazione, a causa di sintomi non sempre facilmente identificabili: la leishmaniosi.
Malattia ormai piuttosto conosciuta nel nostro Paese,  e che da almeno dieci anni rappresenta lo spauracchio di tutti i proprietari di cani. Si tratta di una malattia parassitaria che, in realtà,  colpisce diverse specie animali ma il  cane rappresenta senza dubbio la specie più sensibile. La  leishmaniosi è causata da un protozoo, ossia un organismo monocellulare insensibile all’azione degli antibiotici.
Questo microrganismo si insedia negli apparati vitali del proprio ospite (quali linfonodi e milza) procurando una malattia dagli sviluppi lenti che, se non tenuti sotto  controllo, arriva a procurare inesorabilmente la morte dell’animale ospitante.
Come si contrae la malattia
Il vettore della leishmania è il pappatacio o flebotomo. La leishmaniosi  è un unicellulare che completa il suo ciclo vitale tra due ospiti uno vertebrato (cane) l’altro invertebrato (flebotomo o pappataceo).
Il ciclo nel pappataceo ha inizio nel momento in cui l’insetto si infetta pungendo una animale malato. Questo passaggio è essenziale per il completo sviluppo della Leishmania che, al termine della sua maturazione viene immessa in un ospite vertebrato durante la puntura dell’insetto.
Tutto questo determina che un animale malato non è in alcun modo pericoloso per uno sano  nemmeno se la convivenza è strettissima, dato che la trasmissione non può avvenire per via diretta nemmeno se si mettono a contatto dei due soggetti liquidi organici quali, ad esempio sangue (tramite magari delle ferite)  o urine. Quello da cui bisogna guardarsi è invece il flebotomo, insetto prevalentemente notturno che inizia la ricerca di cibo al calare della notte, con picchi di massima attività intorno alla mezzanotte e un’ora prima del sorgere del sole.
Quali sono le zone di diffusione
La leishmaniosi è legata alla presenza del flebotomo e quindi la diffusione della malattia è pari alla presenza sul territorio dell’insetto vettore.  Il flebotomo vive  nelle regioni esotiche ma anche in tutta la zona del mediterraneo, Costa Azzurra, Spagna, Grecia, Italia ecc.
In Italia le regioni in cui la malattia è particolarmente presente sono Liguria, Toscana, centro e sud Italia. C’è comunque da sottolineare che il recente innalzamento delle temperature ha fatto riscontrare lo stanziamento del flebotomo in zone un tempo esenti come il Piemonte e il Lago di Garda.
Come proteggere i cani?
Dato che non esiste nessun vaccino per difenderli occorre mettere in atto tutta una serie di accorgimenti atti a prevenire la malattia.
Il pappatacio punge soprattutto nelle ore notturne e all'alba ed è talmente piccolo che le zanzariere non riescono a fermare la sua aggressione, la miglior cosa da fare contro il suo morso, potenzialmente pericolosissimo, è impiegare repellenti contro gli insetti volanti nell'ambiente dove si vive o direttamente sul mantello degli animali facendo attenzione ad usare prodotti appositamente studiati per gli animali perché i repellenti per uso umano in commercio contengono sostanze che se leccate o inalate dal cane sono tossiche.
Ovviamente i soggetti che pernottano all'esterno sono comunque più esposti alla puntura dell'insetto e quindi al contagio.
È importante sottoporre la cuccia a frequenti trattamenti insetticidi.
Attualmente esistono in commercio collari antiparassitari e gocce spot on in grado di contrastare piuttosto bene l’attacco dei flebotomi.
Bisogno però tenere in conto che tutte queste misure profilattiche rappresentano un ottimo modo di abbassare quanto più possibile le possibilità di contagio ma, non sono in grado di garantire in maniera assoluta il cane dalla puntura dell’insetto.
Poiché è importantissimo sapere se il cane ha contratto la malattia, nonostante tutte le precauzioni messe in atto, occorre sottoporlo  2 volte l’anno (a maggio e novembre) ad una apposita analisi del sangue accerta la presenza della leishmania.
È importante non sottovalutare nessuna delle procedure di prevenzione e di controllo sopra indicate perché se, ovviamente prevenire è meglio che curare, occorre sempre tenere presente che dato che non esistono vaccini  se il cane malauguratamente dovesse contrarre la malattia si salva soltanto se la questa  viene diagnosticata rapidamente.

SUA ECCELLENZA, IL DOBERMANN




Friedrich Luis Dobermann. È a quest’uomo di  Apolda una cittadina della Turingia che i cinofili di tutto il mondo debbono l’inizio della selezione della razza di cani che ancora oggi porta il suo nome. I dobermann nacquero dal desiderio di Friedrich Louis Dobermann di essere accompagnato nei suoi trasferimenti  da un cane che fosse in grado di difenderlo e di difendere le sue proprietà ma che avesse anche determinate caratteristiche fisiche che gli consegnassero agilità ed eleganza. Grazie ad un lavoro di incroci le cui tracce si perdono nel tempo Dobermann riuscì a creare i primi soggetti della nuova razza, ancora piuttosto lontani come morfologia, ma già con le caratteristiche di temperamento e di indole tipiche dei soggetti moderni.
La fissazione dei caratteri del dobermann e la creazione del  Dobermann-Pinscher Club, avvenuta nel 1889  fu merito di un con­cittadino del Signor Dobermann , Otto Goller, impie­gato alla posta e distillatore di liquori. Dieci anni più tardi, nel 1898, quando Goller era già divenuto uno dei primi allevatori della razza, il Dobermann venne riconosciuto ufficialmente. Inizia da qui la lunga carriera di questo cane, talmente ricca di successi che la razza venne presto esportata quasi in tutto il mondo.. Per quanto riguarda i tipi di cani utilizzati per arrivare all'odierno Dobermann ci sono diverse tesi e nessuna di queste accettate unanimemente, ma di sicuro tre razze fanno parte del patrimonio genetico del Dobermann :
.  il Pastore della Beauce, detto anche Beaucerons ;
. I Pinscher grigi, i cosiddetti "cani da macellaio" (dai quali proverrebbe anche il Rot-tweiler;
. il Greyhound .
Quest'ultima ha sicuramente contribuito a dare eleganza , aumentarne la taglia ed anche a migliorarne il carattere. I Dobermann furono portati in esposizione per la prima volta 1887 ad Erfurt. Durante i due conflitti mondiali il Do­bermann si fece onore come ausiliario dell'uomo con com­piti, oltre che di difesa e di guardia, anche di portaordini; avvicinandoci ai nostri giorni è stato impiegato anche nelle giungle del Vietnam dai marine statunitensi.
Oggi grazie ad una duttilità di ca­rattere straordinaria, unita a un'indiscutibile eleganza di forme e a un'agilità straordi­naria (pare che sia uno dei cani più veloci dopo i Levrieri), il Dobermann viene utilizzato nelle più disparate attività utili all'uomo (dalla protezione civile, alla prevenzione del crimine, alla Pet Therapy). Cane da guardia e da difesa per antonomasia, il Dobermann sa unire dei livelli medi di temperamento, aggressività, tempra e soglia di reazione ad alti livelli di istinto di dife­sa, coraggio e combattività. Questo fa sì che risulti un cane estremamente sicuro di sé, equilibrato, capace di sca­tenarsi a difesa del padrone e dei suoi beni quando sia necessario e in modo effica­cissimo. Il Dobermann è insomma un cane potenzial­mente tanto giocherellone e allegro quanto determinato contro i malintenzionati che possono mettere a repenta­glio la sicurezza della sua famiglia umana.
Per queste sue doti caratteriali chi decide di vivere con questo cane deve tenere conto che nei suoi confronti occorrono molto equi­librio, polso fermo e soprat­tutto una giusta mentalità. Vedere nel nostro amico a quattro zampe una rivincita sulle nostre insicurezze pro­duce facilmente soggetti eccessivamente aggressivi. Bisogna poi tenere conto del giusto grado di socializzazio­ne al quale il cane dovrebbe abituarsi fin da cucciolo. Il Dobermann è stato infatti creato per stare a contatto con l'uomo: confinarlo in un giardino da solo, escluderlo dalla vita di famiglia e da sti­moli di tipo sociale, limitando il suo movimento magari alle sole passeggiatine igieniche, fa sì che questo cane si intri­stisca o insorgano in lui delle nevrosi. Si dice che per difendere la famiglia occorre che il Dobermann viva all'interno di questa. Anche se può apparire banale è pro­prio così. In più, solo vivendo con questo cane potremo godere a pieno di tutte le qualità che, dai tempi della sua "creazione" a oggi, affa­scinano i cinofili di tutto il mondo.

LO STANDARD
ASPETTO GENERALE
Il Dobermann è di taglia media, robusto e muscoloso. Grazie alle linee eleganti del suo corpo, al suo portamento fiero, al suo carattere pieno di temperamento ed al suo sguardo dall’espressione decisa, esso corrisponde alla figura ideale del cane.
IMPORTANTI MISURE E PROPORZIONI
Il tronco del Dobermann, soprattutto del maschio, è in sostanza inscrittibile in un quadrato. Nel maschio la lunghezza del tronco (misurata dalla punta della spalla alla punta della natica), non deve superare più del 5% l’altezza al garrese; nella femmina tale lunghezza non deve superare più del 10% l’altezza al garrese.
COMPORTAMENTO E CARATTERE
Il Dobermann deve essere fondamentalmente socievole e pacifico; in famiglia è molto affettuoso e molto legato ai bambini. Nel Dobermann si ricerca un temperamento medio, un’aggressività media ed una soglia di reazione media. Il Dobermann è facile da addestrare ed entusiasta del lavoro e contemporaneamente deve essere deciso, coraggioso e dimostrare un carattere forte. Poiché il Dobermann è un cane molto attento a tutto ciò che avviene intorno a lui ed ha una reazione adeguata alle circostanze,si apprezza che sia molto sicuro di sé e coraggioso.
TESTA
Il cranio è forte e in armonia con l’insieme del cane, visto dall’alto ha la forma di un cono tronco. La linea trasversale dell’occipite, vista di fronte, deve apparire quasi orizzontale, cioè non deve incurvarsi verso le orecchie. Il profilo superiore della canna nasale continua quasi in linea retta verso il cranio per poi scendere verso la nuca formando una leggera convessità. Le arcate sopraccigliari sono ben sviluppate, senza essere troppo prominenti. Il solco mediano del cranio è ancora visibile. L’apofisi occipitale non deve essere troppo evidente. Viste di fronte e dall’alto, le facce laterali del cranio non devono apparire sporgenti (evidenti). Le lievi salienze laterali, determinate dalle arcate zigomatiche e dalla regione masseterina, devono essere in armonia con la lunghezza totale della testa. I muscoli devono essere ben sviluppati
DEPRESSIONE NASO FRONTALE ("STOP")
La depressione naso-frontale deve essere poco sviluppata ma perfettamente percettibile.
FACCIA E MUSO
TARTUFO
Il tartufo è ben sviluppato e largo, con narici ben aperte, esso non deve essere sporgente nel suo insieme. La pigmentazione del tartufo è di colore nero nei soggetti neri, in quelli di colore marrone è di tonalità più chiara in sintonia con il colore del pelo.
MUSO
Il muso deve essere ben proporzionato al cranio e ben sviluppato; il muso è alto e deve essere ben largo anche a livello degli incisivi superiori e inferiori. La commessura labiale deve arrivare fino all’altezza dei molari.

LABBRA
Le labbra devono essere sode, ben stirate, ben aderenti alle mascelle e garantire una perfetta chiusura della bocca. Il pigmento delle labbra deve essere scuro, nei marroni il pigmento ha una tonalità un po’ più chiara.

MASCELLE, DENTATURA E DENTI
Le mascelle devono essere robuste e larghe; gli incisivi chiudono a forbice. La dentatura deve essere di quarantadue denti corrispondenti alla formula dentaria con uno sviluppo normale.
OCCHI
Gli occhi sono di media grandezza, ovali; l’iride è di colore scuro; nei marroni è ammessa una tonalità un po’ più chiara. Le palpebre devono essere ben aderenti alla forma del globo oculare. La rima palpebrale è munita di ciglia.

ORECCHIE
L’orecchio è attaccato alto, tagliato ad una lunghezza proporzionata a quella della testa e portato eretto. Nei Paesi in cui il taglio dell’orecchio è vietato, l’orecchio intero, ai fini del giudizio, ha lo stesso valore di quello tagliato (si ricerca un orecchio di grandezza media il cui bordo anteriore sia ben accostato alla guancia).

COLLO
Il collo è di lunghezza ben proporzionata al corpo ed alla testa; esso è asciutto e ben muscoloso, il suo profilo superiore presenta una elegante convessità. Il portamento del collo è eretto e mostra grande distinzione.
TRONCO GARRESE
Il garrese, soprattutto nei maschi, è molto evidente; la sua altezza e la sua lunghezza determinano l’andamento della linea superiore del dorso che è leggermente ascendente a partire dalla groppa.
DORSO
Il dorso è corto e solido; esso deve avere una lunghezza adeguata ed essere fasciato da muscoli ben sviluppati.

LOMBI
I lombi sono di buona lunghezza e ben ricoperti di muscoli. Nelle femmine i lombi possono essere un po’ più lunghi per consentire un adeguato spazio alle mammelle.

GROPPA
A partire dall’osso sacro in direzione della radice della coda, la groppa è inclinata quasi impercettibilmente. Di aspetto ben arrotondato, il profilo superiore della groppa non deve essere né troppo orizzontale né troppo inclinato. La groppa deve essere di buona larghezza e ricoperta di muscolatura possente.

PETTO E TORACE
L’altezza e la profondità del torace devono essere ben proporzionate all'altezza del garrese ed alla lunghezza del tronco. Le coste sono solo leggermente ricurve, in maniera che l’altezza toracica corrisponda quasi alla metà dell’altezza al garrese. Il petto è di buona larghezza ed è particolarmente sviluppato sul davanti.

LINEA INFERIORE
A partire dall’estremità posteriore dello sterno fino al bacino, il ventre è ben retratto.

CODA
La coda è attaccata alta e tagliata corta in maniera da mantenere visibili due vertebre caudali. Nei Paesi in cui la legge vieta la caudectomia, la coda può essere conservata integra.
ARTI
ARTI ANTERIORI

Nel loro insieme gli arti anteriori, da qualunque lato siano visti, debbono apparire robusti, quasi diritti e perpendicolari al suolo.

SPALLA
La scapola deve essere saldamente aderente al torace e ricoperta di muscoli ben sviluppati da entrambi i lati della spina acromiale; essa sporge in alto rispetto alle apofisi spinose delle vertebre dorsali. La scapola deve essere obliqua, ben orientata all’indietro e formare un angolo di circa 50° con l’orizzontale.

BRACCIO
Il braccio è di buona lunghezza e muscoloso. L’angolo scapolo omerale varia tra i 105° e i 110°.

GOMITI
I gomiti devono essere ben aderenti al costato e non ruotati in fuori.

AVAMBRACCIO
L’avambraccio è forte, diritto e ben ricoperto di muscoli; la sua lunghezza deve essere in armonia con l’insieme del corpo.

CARPO
L’articolazione del carpo è solida.

METACARPO
Il metacarpo deve avere un’ossatura solida. Visti di fronte, i metacarpi seguono la linea verticale dell’avambraccio; visti di profilo, i metacarpi devono apparire alquanto stesi (al massimo 10°.
Piede anteriore
I piedi anteriori sono corti con dita ben chiuse e ben curve verso l’alto(piede di gatto). Le unghie sono corte e nere.
ARTI POSTERIORI
Nel suo insieme, visto da dietro, il Dobermann, data la possente muscolatura del bacino anche e groppa, dà l’impressione di essere largo e arrotondato. I muscoli che vanno dal bacino alla coscia e quelli della gamba evidenziano una larghezza egualmente apprezzabile sia nella regione del cosciale, sia in quella della grassella e della gamba. Gli arti posteriori appaiono robusti, perpendicolari al suolo e paralleli fra loro.

COSCIA
Le cosce sono ben lunghe, larghe, e ben ricoperte di muscoli. L’anca deve avere una buona inclinazione. La coscia forma un angolo di circa 80° rispetto all’orizzonte.

GINOCCHIO
Il femore, la tibia e la rotula formano la robusta articolazione del ginocchio, la cui angolazione è di circa 13
GAMBA
È di media lunghezza, in armonia con la lunghezza del posteriore.

GARRETTI
Mediamente robusti e paralleli fra loro la tibia e il metatarso formano un angolo di circa 140°

METATARSO
Il metatarso è corto e perpendicolare al suolo.

PIEDE POSTERIORE
Come per il piede anteriore, le dita del piede posteriore sono corte, ben chiuse e ben ricurve verso l’alto. Le unghie sono corte e nere.
Andatura
L’andatura è molto importante sia per l’impiego cui il cane è destinato, sia al fine della valutazione morfologica. Il passo è elastico, legante, agile, sciolto e copre molto terreno l’arto anteriore fa un ampio balzo in avanti, mentre il posteriore imprime l’impulso necessario all'ampiezza ed elasticità del movimento. Il cane, al trotto, avanza simultaneamente l’arto anteriore da un lato e quello posteriore dall’altro. In movimento, il dorso, i legamenti e le articolazioni sono ben saldi.
PELLE E PELO
La pelle è ben pigmenta e aderisce in maniera perfetta dappertutto.
MANTELLO
Natura del pelo
Il pelo deve essere corto, fitto, liscio, semivitreo, ben aderente e uniformemente distribuito su tutta la superficie del corpo. Non è ammesso il sottopelo.

COLORE DEL PELO
I colori sono nero o marrone scuro con focature rosso ruggine ben marcate e nettamente delimitate. Le focature si trovano sul muso; come macchie sulle guance, sulle sopracciglia, sulla gola e sul petto (due macchie) sui metacarpi e sui metatarsi, sui piedi, sulle facce interne delle cosce, sul cercine anale e sulla protuberanza ischiatica DIMENSIONI e PESO
TAGLIA

Maschi da 68 a 72 cm., femmine da 63 a 68 cm. Per entrambi i sessi la taglia ideale è quella media.
PESO IDEALE
Maschi da 40 a 45 chili, femmine da 32 a 35 chili

DIFETTI
Qualsiasi variazione in rapporto allo standard deve essere considerata difetto che è penalizzato secondo la gravità.

IL DEVON REX

Il termine rex fu adottato quarant'anni fa per indicare una mutazione del pelo osservata in alcuni gatti; il nuovo tipo di mantello, corto e riccio era simile a quello caratteristico dei conigli astrex e oggi vi sono tre varieta' riconosciute di gatti rex. La razza nasce nel 1960 in Cornovaglia per una mutazione spontanea verificatasi in una cucciolata: Kirlee,un maschietto nero,oltre a un muso da folletto e due orecchie grandi come quelle di un pipistrello aveva il pelo riccio. Il gatto venne ceduto come riproduttore all'allevatore Stirling Webb che allora stava lavorando con i Cornish. Questi l'accoppiò con ben 9 femmine di cornish rex e ottenne 29 cuccioli,ma neppure uno con il pelo riccio a dimostrare che il mantello di Kirlee era dovuto a una nuova mutazione (geneII), diversa quella che caratterizzava il cornish (gene I). I programmi di allevamento dei due gatti proseguirono in modo separato e le due razze vennero riconosciute nel 1967. Il cornish e il devon sono quelle più famose e conosciute ma esistono molte altre razze di gatti che presentano analoghe anomalie di struttura e tessitura del mantello ( l'oregon,il german,il selkirk,il dutch,razze diverse tra loro dal punto di vista morfologico e genetico ma con in comune il suffisso rex per sottolineare le anomalie del mantello). Il gene responsabile del mantello del devon rex è un gene recessivo definito "re" che permette la contemporanea presenza dei tre tipi di pelo (di protezione,intermedio e sottopelo) ma modificati e arricciati al punto che ne risulta una pelliccia corta, di tessitura fine e ondulata. Un devon rex adulto ha un pelo molto folto, riccio e soffice. Soltanto nei
cuccioli si hanno alcuni periodi in cui il pelo è poco o quasi assente. A circa un anno di età la pelliccia dovrebbe però essere completa. Al contatto il corpo del devon rex è più caldo di un gatto comune e trasmette immediatamente una sensazione molto particolare… e piacevole. La testa è piccola, con le orecchie enormi e piazzate molto basse sulla testa, gli occhi grandi e ovali con una espressione molto intensa. Il muso corto, con gli zigomi larghi e un forte stop (ovvero il cambio di direzione del naso al congiungimento con la fronte).
Il Devon Rex è un gatto molto tranquillo,adatto a padroni gentili. E' possessivo con chi gli vive intorno. Ha un carattere molto affettuoso e ama giocare con le persone. E' decisamente casalingo e abitudinario. Adatto alla vita d'appartamento. E' socievole con i suoi simili. Possono essere definiti come  gatti ‘diversi’in quanto hanno perso un po’ della loro felinità, sono uomo-dipendenti e per questo ricercatissimi , molto amati e coccolati. Amano la compagnia ,vivere in mezzo alla gente,adorano giocare con i bambini, accovacciarsi in grembo, al caldo, sicuri e tranquilli e sempre in cerca di carezze. Questa ricerca del calore fisico è dovuto al fatto che la loro temperatura interna è più alta rispetto a quella degli altri gatti per compensare la maggiore dispersione di calore causata da un mantello così particolare. I devon rex sono membri della famiglia a tutti gli effetti partecipando sempre a tutte le vostre attività quotidiane.
STANDARD DI RAZZA :
ORECCHIE : Tipiche e caratteristiche della razza, molto grandi, molto larghe alla base, arrotondate in punta, posizionate molto basse ( linea di base dell’orecchio allo stesso livello degli zigomi ) , ricoperte da pelo sottile, ciuffetto in punta tipo lince. 
OCCHI : grandi, ovali, ben distanziati, leggermente obliqui verso il bordo esterno, espressivi, di colore conforme al colore del mantello.
TESTA : piuttosto piccola, d’aspetto cuneiforme, molto angolosa, zigomi sporgenti, naso corto, stop marcato, cranio piatto, mento forte, pinch molto marcato, muso largo e corto, baffi e sopracciglia ricce.
COLLO : di lunghezza media, sottile, leggermente arcuato, che stacchi ben la testa dalle spalle.
CORPO : taglia media, muscolatura salda e possente, piuttosto sottile, petto largo e ben arrotondato, anche piuttosto rotonde.
PIEDI : piccoli e ovali.
ZAMPE : abbastanza lunghe e sottili, quelle posteriori sono nettamente più lunghe, ossatura fine o media, muscolatura potente.
CODA : lunga, sottile, che si assottiglia, ben ricoperta di pelo corto.
MANTELLO : pelliccia corta fine, arricciata, ondulata con o senza peli di guardia, un po’ arruffata come quella di un barboncino o di una pecora.
COLORI : sono ammesse tutte le variabilità sia nei colori sia nei disegni, la varietà di tipo Siamese è chiamata SI-REX.

LADIES AND GENTLEMEN...IL CHIHUAHUA

E’ conosciuto come il cane più piccolo al mondo eppure il Chihuahua racchiude nella sua minuscola taglia molto più di una semplice storia millenaria. Le sue origini vengono fatte risalire al Techichi, un cane di piccola taglia, vigoroso e dall’ossatura robusta, allevato e diffuso tra i Toltechi, popolazione insediata nell’odierno Messico intorno al IX sec. a . C . che lo consideravano un cane sacro. Le antiche leggende infatti narrano che a lui spettava il compito di accompagnare le anime dei padroni defunti fino all’aldilà. Questo perché il cranio del Techichi, come ancora oggi quello del Chihuahua, era caratterizzato dalla presenza della malleva, un punto del cranio in cui le ossa non si sono completamente saldate, permettendogli – secondo la cultura tolteca – di comunicare direttamente con le divinità. Le attuali teorie sull’origine del Chihuahua sono ancora incerte : secondo alcuni sarebbe il frutto di un incrocio tra il Techichi e il cane nudo messicano; secondo altri l’incrocio sarebbe avvenuto con il Cane nudo cinese. Un’ultima teoria attribuisce invece a Cristoforo Colombo il merito di averlo importato in Spagna. Di certo è che la  notorietà del Chihuahua inizia nella seconda metà dell’ 800, grazie all’entusiasmo dimostrato dai turisti americani che lo esportarono negli Stati Uniti, dove a partire dalla fine degli anni Cinquanta fino ad arrivare ai giorni nostri diventa una sorta di status-symbol delle star hollywodiane. Da Madonna a Britney Spears, da Reese Whiterspoon a Paris Hilton ma anche l'italianissima Paola Barale, la moda di farsi accompagnare dal piccolo amico a quattro zampe dilaga velocemente, trasformando il Chihuahua in un amico immancabile per i V.I.P. . Contrariamente a quanto potrebbe indurre a pensare la sua minuscola taglia, questo cane non e’ da considerarsi solo un soggetto “ da braccio” per coccole ed esposizioni pubbliche; in realtà il Chihuahua si rivela un cane dotato di un carattere vivace, di una spiccata personalità, estremamente dolce e sempre vigile, pronto a segnalare la presenza degli estranei, coraggioso e buon cacciatore di serpenti e piccoli roditori. Nei confronti del padrone arriva ad instaurare un rapporto fortissimo, fino ad arrivare alla possesività dimostrandosi a volte persino permaloso e in certi casi arriva addirittura a tenere il “broncio”. Il chihuahua vive per fare piacere al suo padrone e quindi ci sono poche difficoltà nella sua educazione tuttavia non bisognerà cedere alla tentazione di viziarlo troppo altrimenti potrebbe diventare davvero un piccolo tiranno. Quello che poco sopporta è la solitudine ma vista la sua taglia ridotta sarà facile per voi farvi accompagnare nei vostri vari spostamenti o viaggi. Una delle sue particolarità è che quando il cane è nervoso o eccitato spesso inizia a tremare, con questo tremore ci manifesta la sua inquietudine; quando sono contenti o troppo agitati possono iniziare ad avere una specie di raucedine che è caratteristica della razza in quanto il chihuahua ha la trachea piuttosto ovale anziché rotonda, e questa tosse è molto più accentuata quando il soggetto presenta una canna nasale corta. Non diversamente da altre razze, anche questa ha bisogno di muoversi e correre, anche se sa adattarsi bene in un appartamento, dato il suo estremo senso di pulizia e l’assoluta assenza di odore del pelo non richiede un eccessivo lavoro di toelettatura. In realtà non è un cane  particolarmente fragile se non fosse per la presenza della fontanella parietale sempre aperta (mallera)  risultando così  piuttosto delicato e inadatto ai Maneggiamenti un po’ bruschi dei bambini.
Standard di Razza :
ORIGINE: Messico
UTILIZZO: cane da compagnia
CLASSIFICAZIONE FCIGruppo 9 : Cani da compagnia
Sezione 6: Chihuahueño
Senza prova di lavoro
CENNI STORICI: il Chihuahueño è il cane di razza più piccolo del mondo e porta il nome della più grande provincia del Messico. Si ammette che in passato il soggetto viveva libero in questa regione e che fu catturato e addomesticato dai Toltechi. Un cane nano chiamato "Techichi " che viveva nella regione di Tula è rappresentato in molte sculture presenti in questa città. I cani qui raffigurati sono molto simili all'attuale Chihuahueño .
ASPETTO GENERALE: cane dal corpo accolto, la cui caratteristica più importante è a costituita dalla testa a forma di mela assieme alla coda di lunghezza media, con la coda alta e ricurva che forma un semicerchio con l'estremità che sfiora la regione lombare.
PROPORZIONI IMPORTANTI: la lunghezza del corpo supera leggermente l'altezza. Si ricerca una figura pressoché quadrata, specie nei maschi. Nelle femmine, a causa della funzione riproduttiva, si accetta una forma più allungata.
COMPORTAMENTO/CARATTERE: vivo, attivo, turbolento e molto coraggioso.
TESTA

REGIONE CRANIALE
Cranio:
bene arrotolato a forma di mela, con o senza una piccola fontanella.
Stop: molto evidente, profondo e largo. Fronte bombata al di sopra del musello.
REGIONE FACCIALE
Tartufo:
moderatamente corto e leggermente rientrante. Ammessi tutti i colori.
Musello: corto, visto di profilo è dritto; attaccatura larga alla base, si stringe progressivamente verso l'estremità.
Labbra: asciutte e ben unite.
Mascelle/Denti: articolazione sia a forbice che a tenaglia. Prognatismo superiore o inferiore o qualsiasi deviazione severamente penalizzati.
Occhi: grandi, arrotondati, molto espressivi, non prominenti, di colore molto scuro. Gli occhi chiari sono ammessi ma non ricercati.
Orecchie: grandi, dritte, prive di pelo. Larghi alla base, si restringono progressivamente verso l'estremità che è leggermente arrotondata. A riposo, sono inclinate lateralmente di 45 gradi.
COLLO: linea superiore leggermente ricurva. Lunghezza media. Più spesso nei maschi che nelle femmine. Fanoni assenti. Nella varietà a pelo lungo è altamente desiderabile la presenza di un pelo lungo che forma una criniera.
CORPOCompatto e ben strutturato.
Profilo superiore: dritto.
Garrese: poco marcato.
Groppa: corta e solida.
Petto: largo e ben disceso, con gabbia toracica ben cinturata. Visto da davanti, spazioso ma senza esagerazione; visto di profilo scende fino ai gomiti. Non ammessa forma a tonneau .
Regione lombare: molto muscolosa .
Linea inferiore: disegno netto, addome retratto. Ammesso ventre rilassato ma non ricercato.
CODA: attaccatura alta, di lunghezza moderate, larga alla base, si stringe progressivamente verso la punta. Il portamento della coda è un tratto caratteristico della razza: viene portata alta, ricurva data o arrotondate a semicerchio con l'estremità che punta verso il rene, fatto che dona un equilibrio armonioso al corpo. La natura del pelo della coda varia a seconda di quella del mantello; nella varietà a pelo lungo, la coda presenta un fiocco. Pendente a riposo.
ARTI
ARTI ANTERIORI
Dritti e di buona lunghezza. Visti di fronte, gli anteriori formano una linea dritta assieme al gomito; visti di profilo, sono in appiombo.
Spalle: asciutte e moderatamente muscolose, con buona angolazione dell'articolazione scapolo omerale.
Gomiti : fermi e bene aderenti al corpo, così da dare la libertà di movimento necessaria.
Carpo e metacarpo: metacarpi leggermente flessi, solidi e flessibili
ARTI POSTERIORII posteriori sono in piombo e paralleli, ben muscolosi; ossa lunghe in proporzione alla taglia; in corrispondenza con gli anteriori, presentano delle buone angolazioni dell'articolazione coxo femorale grassetto e della grassella.
Garretto: corto con una corda del garretto ben sviluppata. Visti da dietro sono in perfetto appiombo .
PIEDI: molto piccoli e ovali, con dita bene separate (tuttavia non piede di lepre, né piede di gatto) unghie particolarmente ben arcuate e moderatamente lunghe; cuscinetti ben sviluppati e molto elastici. Ablazione degli speroni obbligatoria.
ANDATURE: passo lungo, elastico, energico sostenuto, con falcate distese degli anteriori e buona spinta dei posteriori. Visti dal di dietro, i garretti devono muoversi secondo una linea parallela all'asse del corpo, con le impronte dei posteriori che coprono quelle degli anteriori. Quando la velocità aumenta gli arti tendono a convergere verso la linea centrale di gravità. Andatura sempre elastica, sciolta e facile, testa alta e dorso fermo.
PELLE: liscia ed elastica su tutto la superficie del corpo.
MANTO
Pelo:
vi sono due varietà di pelo.
Varietà a pelo corto. Il pelo è corto e ben adagiato su tutto il corpo. In presenza di sottopelo, il pelo è leggermente più lungo. Pelo più grado accettato nella gola e nel ventre. Più lungo sul collo e sulla coda, più corto sul muso e sulle orecchie. Brillante e di tessitura morbida. I cani privi di pelo non sono accettati.
Varietà a pelo lungo. Il pelo deve essere fine e setoso, liscio o leggermente ondulato; ricercato un sottopelo molto denso. Lungo fino a formare una criniera sul collo, frange nelle orecchie e nella faccia posteriore degli arti anteriori posteriori nonché sui piedi e con fiocco sulla coda.. I soggetti a pelo lungo e sollevato a fiocchi come quello di un maltese non sono accettati.
Colore: ammessi tutti i colori.
TAGLIA
Altezza al garrese
: in questa razza viene tenuto conto solamente del peso.
PESI: da 0, 5 a 3 kg. Preferenza accordata a soggetti tra 1 e 2 kg. Squalificati quelli che superano i 3 kg .
DIFETTIOgni scarto da quanto sopra deve essere considerato un difetto da penalizzare in funzione della sua gravità
Cranio stretto
Musello lungo
Prognatismo superiore o inferiore
Mancanza di denti
Denti supplementari
Occhio piccolo, infossato nell'orbita o prominente
Orecchie appuntite
Collo corto
Corpo lungo
Dorso curvo o insellato (lordosi o cifosi)
Groppa obliqua
Petto stretto, cassa toracica piatta
Coda attaccato male, torta o corta
Arti corti
Gomiti aperti
Posteriori serrati
Lussazione della rotula
DIFETTI ELIMINATORISoggetti emaciati o magri
Orecchie corte o cadenti
Soggetti estremamente longilinei
Mancanza di coda
Soggetti a pelo lungo con pelo lungo fine e sollevato a fiocchi come il maltese.
Alopecia
Peso superiore a 3 kg
N.B. I maschi devono avere i testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.

IL FARAONICO SPHINX

Quando apparve per la prima volta in un' esposizione felina nel 1984,la sua nudità, la totale assenza di peli ed il suo aspetto da extraterreste attirarono l'attenzione dell'intero pubblico che subito si divise in due nette, antagoniste fazioni. Per alcuni il più brutto gatto che esista, per altri il più straordinario, lo sphinx è destinato quindi a suscitare accese discussioni e non solo sul proprio aspetto fisico. Ancora oggi si può ricordare quell'evento come un vero e proprio terremoto,anche perché allora la razza non era ancora stata riconosciuta da nessuna associazione. La storia dello sphinx non inizia però nel 1984.  E' negli anni Trenta, infatti,che si inizia ad avere notizie di nascita di ipotrichidi, ovvero gatti senza pelo. Infatti nel 1936, a Wilmington, nel North Carolina,in una cucciolata di quattro gattini nascono due micetti con la coda senza pelo e una micia interamente nuda. Nel 1938, a Parigi, è invece,un certo professor Letard segnalò i cuccioli nudi di una coppia di Siamesi. Ma a partire dal 1964 che si apre il capitolo ufficiale della storia dello Sphinx e,tutto ciò,accade in Canadadove la signora Micalwait di Toronto, ottenne dalla sua gatta Elisabeth, un bel gattino maschio senza pelo, che chiamò Prune. I due mici, madre e figlio, vennerò adottati da alcuni allevatori sempre di Toronto e diedero alla luce dei gattini anch'essi nudi. Gli allevatori canadesi cercarono di sviluppare la razza facendoli incrociare con degli American Shorthair, ma purtroppo senza risultati. Nel frattempo altre due gattine prive di pelliccia nacquero sempre in Canada. Le due sorelline, una rosa e l'altra grigia. Pinkie e Squeakie, furono adottate in Olanda dal sig. Hugo Hernandez che sviluppò in segreto un programma di allevamento, anche lui, però, non ebbe successo. Decise così di cedere alcuni esemplari ad amici olandesi e di partire per il Brasile dove pubblicò sui giornali locali diversi annunci per vendere i suoi sphinx. Ma a rispondere fu un francese, il signor Challain di Parigi, Presidente dell'Association National Feline, che divenne così il proprietario degli ultimi cinque gattini, tutti fratellini.  I riconoscimenti ufficiali per la razza si ebbero nel 1988 con la vittoria del prestigioso "Best cat a New York" con la gatta "Amernophis Clone" nel 1988 dei coniugi Aline e Philippe Noel. Lo Sphinx è un gatto molto particolare sia per il suo aspetto singolare che per il suo carattere dolcissimo e molto vivace; le rughe (più evidenti nei cuccioli) gli danno un aspetto buffo e tenero. Al tatto questo gatto risulta morbido e caldo; per mantenere la sua temperatura corporea mangia molto e spesso. Molto vivace e allegro, dotato di un intelligenza acuta e pronta e di un ottima memoria, adora la compagnia dei membri della sua famiglia umana, degli altri gatti e anche dei cani con i quali ama moltissimo giocare. Detesta la solitudine, ed è adatto a chi desidera un gatto super affettuoso, che fa praticamente le fusa in continuazione.
Nonostante l'aspetto forse un pochino fragile lo Sphinx è un gatto robusto, che non necessita di cure particolari. Poiché suda anche sul corpo sarà bene tenerlo pulito con un bagnetto con acqua tiepida e sapone neutro ogni due settimane circa; le orecchie grandi e prive di pelo, vanno pulite una volta a settimana con delicatezza, le unghie spuntate ogni due settimane circa. Una particolarità curiosa è che, pur amando molto prendere il sole, lo Sphinx, specialmente se di colore chiaro, si scotta pertanto la sua pelle va protetta durante la stagione estiva con una crema solare ad alta protezione (meglio se analegergica per bambini) Come i Rex presenti a questa esposizione, anche lo Sphinx è un gatto d'appartamento, e come loro può essere abituato a camminare all’esterno al guinzaglio.
STANDARD DI RAZZA :
GENERALE
Taglia: media, straordinariamente pesante.
TESTA
Forma: è un cuneo modificato con contorni arrotondati, leggermente più lunga che larga
Cranio: leggermente arrotondato con una superficie piuttosto piatta.
Profilo: stop da leggero a moderato, alla base del naso diritto.
Zigomi: prominenti.
Muso/Mento: muso forte, arrotondato; mento solido.
Baffi: completi o spezzati, piuttosto spessi.
ORECCHIE
Forma: grandi, larghe alla base ed aperte, leggermente arrotondate all'estremità. Il padiglione interno è completamente privo di peli. Una modesta quantità di peli sottili è permessa sul bordo esterno, alla base dell'orecchio.
Piazzamento: diritte; formano un angolo leggero sulla testa.
OCCHI
Forma: a forma di limone, grandi, piazzati in obliquo verso il bordo esterno dell'orecchio. La distanza tra gli occhi è maggiore della dimensione dell'occhio stesso.
Colore: l'ideale si conforma alla tinta del mantello, ma la tonalità ambra o verde sarà accettata.
COLLO
Di lunghezza media, bombato e muscoloso. Arcuato dalle spalle alla base del cranio. Robusto, specialmente nei maschi.
CORPO
Struttura: mediamente lungo, sodo e muscoloso, non gracile. Ventre bombato ma non obeso. Petto ben sviluppato.
ZAMPE
Lunghe, proporzionate al corpo. Quelle posteriori leggermente più lunghe delle anteriori. Zampe anteriori ben divaricate. Ossatura media, solida; muscoli ben sviluppati.
Piedi: ovali con dita prominenti, lunghe e sottili. Di taglia media. I cuscinetti plantari, più spessi che nelle altre razze, danno l'impressione che il gatto cammini su "cuscini d'aria"
CODA
Sottile, spessa alla base si affina verso l'estremità. Lunghezza proporzionata al corpo. La "coda da leone" (con un ciuffetto di peli all'estremità) è accettata.
PELO E PELLE
Sembra non aver peli, ma potrebbe essere coperto da un corto e sottile sottopelo. Ciuffi ci pelo all'estremità della coda sono permessi.
Tessitura: scamosciata al tocco; può essere avvertita una sensazione di resistenza quando si accarezza la pelle di qualche soggetto.
Rughe: è desiderata una pelle rugosa, soprattutto attorno al muso, tra le orecchie e attorno alle spalle. Tuttavia, le rughe non devono impedire le normali funzioni del gatto.
Colore: tutti i colori sono accettati, inclusi i mantelli con bianco. Tutte le quantità di bianco sono permesse.
OSSERVAZIONI
Il gatto non deve essere di taglia piccola o gracile. I maschi possono essere più lunghi a condizione che le proporzioni siano mantenute.
Lo Sphinx è molto gentile, vivace, intelligente e soprattutto facile da maneggiare.
DIFETTI
Testa: profilo diritto, testa stretta, mancanza di rughe sulla testa.
Corpo: troppo piccolo, gracile, esile o mancante di tono muscolare. Corto e compatto o di tipo "orientale".
Pelo: presenza di pelo al di fuori delle zone precedentemente descritte. La presenza di pelo ondulato che ricordi quello del Devon o del Cornish rex in muta, non è accettata. Pelo rasato.

IL LABRADOR: LA STORIA

Ricercando le origini del Labrador Retriever si può solitamente andare incontro ad una grande confusione e disinformazione, che da oltre un secolo non hanno fatto altro che alimentare passaparola e leggende sulla genesi di questa magnifica razza di cani. Tutta questa confusione nasce dal fatto che prima dell'introduzione del Labrador Retriever in Inghilterra, esistevano due famose razze scoperte 300 anni fa nelle Newfoundland (Isola di Terranova): un grande cane chiamato con il nome dell'isola, "il Terranova", ed uno più piccolo chiamato "cane di St. John", destinato a diventare, quest'ultimo, il capostipite del Labrador Retriever. Tra il 1600 e il 1900 nelle Newfoundland viveno soltanto artigiani, pescatori, marinai e taglialegna. Ciò di cui avevano bisogno era di cani temprati, forti di salute, desiderosi d'essere d'aiuto, in simbiosi con l'acqua visto che le cronache dell'epoca riportano notizie di cani usati per il recupero dei pesci usciti dalle reti e poi issati a bordo con delle funi. Le leggende narrano che il primo Labrador raggiunse l'Inghilterra nuotando dalle barche dei pescatori che portavano merluzzi dal Newfoundland e che la loro vita marina fosse all'origine delle zampe palmate, del manto resistente all'acqua come quello di un'otaria e della coda corta e robusta con cui bilanciare il loro solido corpo nell' acqua .Tra la fine del '700 e gli inizi del '800, "il cane di St. John" è oramai tanto popolare da essere venduto nei porti inglesi. e senza "The second Earl of Malmesbury" oggi il Labrador non allieterebbe la nostra esistenza infatti il primo tentativo di allevare il cane di St. John in Inghilterra si deve a questa famiglia che dal 1778 al 1841 ne curò l'evoluzione della specie e la sua esportazione. Alla fine del '800 i discendenti delle famiglie Home e Buccleuch si incontrarono ad una dei più famosi avvenimenti di caccia e riporto sull'acqua dell'Inghilterra presso Bournemouth (località vicina al porto di Poole ed Heron Court), questo fu un vero colpo di fortuna per la non estinzione della razza. I due gentiluomini infatti si stupirono nel vedere la razza allevata dalla loro famiglia presso la dimora del "The third Earl of Mamelsbury", il quale, entusiasmato dalla scoperta di altri estimatori di questi cani, regalò ad ambedue degli esemplari del suo allevamento. Ned (1882) ed Avon (1885) sono i progenitori dei Labrador del XX secolo. Intorno ai primi del '900 il Labrador Retriever in Inghilterra continuava ad essere usato sempre più in manifestazioni sportive, mentre a Terranova i "cani di St. John" erano sempre più rari ed intorno al 1930 sparirono quasi del tutto. Nel 1903 il Labrador oramai divenuto popolare in Inghilterra venne riconosciuto ufficialmente dal "The Kennel Club" come razza, e nel 1908 i Labrador già dettavano legge nelle gare di caccia. Da qui in poi è un susseguirsi di successi e riconoscimenti. Apparve nel mondo retrieveristico inglese un figura che mise le basi per la popolarità del Labrador nel mondo, infatti Viscount Knutsford (Munden Kennel) si innamorò di questa razza facendola conoscere ai più, la sua prima Labrador fu Sybil, figlia di una fattrice della linea di sangue dei Malmesbury. Nel 1911 Peter of Faskally fu un altro famoso Labrador, di proprietà di Sir Arcibald Buttler, vinse il "the International Gundog League's Championship". La Prima Guerra Mondiale distrusse parecchi allevamenti compreso il "Munden Kennel" che però rinacque negli anni successivi alla guerra grazie all'aiuto di Lorna Countess Howe (Banchory Kennel). Nel 1916 i due personaggi in questione fondarono, con l'aiuto di altri appassionati, "The Labrador Retriever Club".Così arriviamo alla fine del nostro breve racconto che culmina con il Dual Champion Banchory Bolo ed uno degli ultimi esemplari di Newfoundland Dog's, Lassie, progenitore degli attuali Labrador Retriever.


IL CERTOSINO

E’ difficile risalire all’origine di questo gatto, la sua storia, certamente molto antica, è sfumata tra realtà e leggenda. Alla possibilità di una sua discendenza da gatti europei, possiamo contrapporre la più circostanziata ipotesi di una origine orientale. In molti testi, dal 1500 in poi, sono menzionati gatti dal pelo grigio che vengono variamente indicati come gatti di Siria, di Cipro, di Malta, località queste, tutte strettamente collegate agli itinerari dei Crociati. Ecco quindi che l’arrivo di questi gatti dall’Oriente tramite i Crociati, diventa un’ipotesi concreta avvallata anche dalla sostanziale differenza tra il loro mantello e quello dei gatti domestici dell’Europa centrale. Tra le diverse storie che accreditano l’origine del nome “certosino”, vi è quella che narra di gatti grigi portati in Francia dai Templari; questi, al ritorno dalla Terra Santa, si ritiravano nel monastero della Grande Chartreuse per ritemprare lo spirito ed il corpo. In tempi di pestilenze e carestie, il gatto, abile cacciatore di topi, era un dono prezioso per i monaci certosini. La tradizione vuole che furono essi stessi ad allevare per primi questi gatti che divennero i custodi delle riserve alimentari e dei preziosi codici e manoscritti conservati nei conventi. Purtroppo, però non vi è nessuna testimonianza negli archivi della Grande Certosa o di altri conventi che confermino questa suggestiva storia. Un’altra ipotesi, meno romantica della prima, fa derivare il nome di certosino dalla somiglianza del suo pelo con una pregiata lana spagnola morbida e grigia che aveva il nome commerciale di “pile de chartreux”. La sua storia recente, quella che lo inserisce nella catofilia ufficiale, risale al 1925 quando le sorelle Leger, allevatrici di persiani, residenti per un breve periodo a Belle-Ile sur Mer un’isoletta a sud della Bretagna, furono colpite dalla bellezza di alcuni gatti blu che venivano nutriti e curati dai frati di un ospizio locale. Ve ne era un’intera colonia e corrispondevano alle descrizioni di Buffon. Decisero allora di recuperare la razza e, tornando in Francia, portarono con se diversi soggetti e iniziarono un programma di allevamento. L'allevamento da i primi frutti già l'anno successivo: all'esposizione di Parigi del 1931 la femmina Mignonne de Guerveur vince il titolo di miglior gatto in gara. Con la Seconda Guerra Mondiale la razza rischia nuovamente l'estinzione; negli anni successivi, per salvarla, viene incrociata con Persiani e British blue, riducendo così ulteriormente il numero di esemplari puri. A causa di questi incroci, che avevano diluito le caratteristiche peculiari della razza, negli anni '70 la FIFe decide di accorpare gli standard del Certosino e del British Blue. Fortunatamente non tutti si scoraggiarono e alcuni testardamente continuarono a lavorare sui pochi soggetti rimasti puri (senza british nel pedigree) fino a che, nel 1977 la FIFe riconobbe la diversità delle due razze. Fu finalmente definito uno standard e il certosino tornò ad occupare il suo posto nelle esposizioni e nel campionato.

MORFOLOGIA E CARATTERE :
Il Certosino, poderoso e massiccio, può arrivare a pesare 6 kg, muscoloso con spalle e petto ben sviluppati, collo taurino e zampe muscolose. Nonostante l’aspetto e la massa muscolare è un gatto dai movimenti eleganti e regali. Gli occhi sono grandi, non troppo arrotondati, con l’angolo esterno leggermente rivolto in alto. Di color topazio, la pelliccia è lucida, densa, mai aderente al corpo, ma leggermente sollevata, lanosa come quella di una lontre. Il colore per l’esposizioni feline, deve essere blu, tutte le sfumature sono permesse con una maggiore preferenza per quelle più chiare ma non è assolutamente ammesso non solo nessun altro colore ma anche nessuna variazione di tonalità. Caratterialmente il Certosino è un magnifico gattone calmo, affettuoso ed equilibrato, ottimo come animale da compagnia. Bisogna però ricordarsi, onde evitare spiacevoli reazioni feline, che al ns. micio non piace assolutamente essere manipolato e quindi mai prenderlo in braccio, afferrarlo, ecc. E’ un gatto che non ama i bruschi cambi d’umore, le grida, il continuo rumore e l’inutile vociare lo infastidiscono. Le persone ideali per un Certosino, sono quelle persone che non amano la confusione, che sanno apprezzare l’eleganza e la sobrietà di questo gatto e che possono trovare in lui un buon compagno, tenero e rassicurante.
LE CURE
La pelliccia fitta e corta non richiede grandi attenzioni, solo nei periodi di muta è bene spazzolarla più spesso. La muta è particolarmente abbondante. E' una razza robusta, il cui unico punto debole sono a volte i denti, che vanno controllati per il deposito di tartaro. E' importante non soffocarlo di attenzioni e coccole, ma lasciargli una certa indipendenza.
Come tutti i gatti di taglia grande, ha uno sviluppo lento, un maschio può impiegare anche tre anni per raggiungere la taglia definitiva.
STANDARD DI RAZZA :
Aspetto generale
Una chiara distinzione deve essere fatta tra il Certosino il Blu di Russia e il British Blu. Incrociare il certosino con queste due razze non e' desiderabile.
Taglia Da medio a grande
Testa e Forma Mascelle Testa ampia alla base, con un cranio ben sviluppato, non bombato, con uno spazio stretto e piatto tra le orecchie. Le mascelle danno alla testa la forma di trapezio, ampio alla base e stretto alla sommita'
Naso Largo e diritto non camuso
Muso L'estremita' del muso puo' sporgere dalle mascelle.
Orecchie Forma di media grandezza posizionate alte sulla testa, che danno al gatto una espressione attenta; leggermente divergenti.
Occhi Grandi e aperti non troppo arrotondati; l'angolo esterno leggermente rivolto verso l'alto. Colore dal giallo scuro al rame scuro, nessuna traccia di verde, nessuna slavatura, ne' toni di colore sbiaditi. il colore deve essere puro; si da preferenza al colore piu' intenso.
Corpo Struttura solida, forte e muscolosa . Petto ampio e ben sviluppato. Il certosino, soprattutto il maschio deve sempre apparire massiccio in relazione alla sua taglia
Zampe Di media lunghezza in proporzione al corpo, muscoli forti non troppo alti. Piedi larghi
Coda Di media lunghezza in proporzionata al corpo. Puo' affusolarsi, ma la punta deve essere arrotondata. Dello stesso colore del corpo
 Mantello Struttura lucida e folta, leggermente lanosa alla base piu' lucida nel sovrapelo. Doppio pelo, il quale fa si' che il pelo stia ritto. Il colore: tutte le sfumature di blu sono permesse, dal blu-grigio pallido sino ad un blu-grigio piu' scuro; il tono chiaro e' preferito. L'uniformita' di tono e' essenziale.
Tartufo Blu-Grigio
Note Mascelle ben sviluppate nel maschio adulto; molto meno evidenti nelle femmine. Esiste un' importante differenza tra il maschio e la femmina; la femmina e' significativamente piu' piccola, ha un petto piu' stretto ed ha guance meno sviluppate del maschio. Comunque anch'essa deve essere robusta e muscolosa.
Difetti Naso camuso; occhi con tracce di verde, slavati e toni di colore sbiaditi; mantello con evidenti peli bianchi e differenza di colore troppo pronunciata con il sottopelo; sfumature, marche di tabby, tipping, sfumature bluastre o rossicce nel colore

IL RE DI BOSTON

Facilmente deducibile dal nome la città di Boston è la patria del Boston Terrier, razza interamente americana che ha visto però le sue origine in Inghilterra, dove i loro primi antenati venivano utilizzati come cani da combattimento fin dal millecinquecento. Allo stesso tempo nel Regno Unito vi erano altri cani Terrier, di taglia più piccola ma estremamente coraggiosi, forti e con una sviluppata agilità nei movimenti, che venivano usati per la caccia e per seguire, viste le dimensioni, le volpi fin dentro la tana. Secondo la tradizione, la razza ha nel famoso Judge di proprietà del signor Richard C.Hooper il suo progenitore. Questo cane, nato da un accoppiamento fra un bulldog inglese e un terrier inglese (razza antica oramai da tempo scomparsa), era di grossa statura e pesava attorno alle 32 libbre, era di un brindle scuro e con una striscia bianca sul muso. Judge fu accoppiato con Gyp femmina bianca di Edward Brunet, che pesava poco meno di lui, assomigliava ad un bulldog, era di taglia contenuta ed aveva la testa squadrata. Restano molti dubbi sulle origini di questi progenitori del Boston Terrier e si è inclini a pensare piuttosto di incroci fra cani di non pura razza o di accoppiamenti avvenuti tra bulldog inglesi, terrier inglesi e bouledogue francesi, razze comunque che nel 1865 poco assomigliavano a quelle che conosciamo oggi. Nel 1891 quaranta allevatori nei dintorni di Boston si riunirono nell'American Bull Terrier Club chiedendone il riconoscimento all' American Kennel Club, che arrivò nel 1893. Successivamente tra il 1920 e il 1936 negli Stati Uniti vi fu la massima diffusione della razza e dal 1930 non venne più usata per i combattimenti ma esclusivamente come dolci cani di compagnia meritandosi il titolo di “ Gentiluomo americano tra i cani”.
L'aspetto generale del Boston Terrier è quello di un cane vivace, molto intelligente, dal pelo liscio, dalla testa corta, dalla struttura compatta, dalla coda corta, ben proporzionato. Ha taglia media, mantello pezzato ed è uniformemente macchiato di bianco. La testa deve essere proporzionata alla taglia del cane. Il tronco è piuttosto corto e ben strutturato; gli arti robusti e correttamente flessi; la coda corta. Nessuna delle varie regioni deve essere predominante al punto da alterare l'equilibrio fisico. L'impressione generale deve essere quella di un cane determinato, forte e attivo, con molto stile; il portamento è elegante e sciolto. Uno degli elementi più importanti nella valutazione è la corretta combinazione di 'colore' e 'macchie ideali'; un soggetto che presenta una preponderanza di bianco sul corpo o che non ha la corretta proporzione di tigrato e bianco sulla testa deve controbilanciare queste mancanze con altri meriti. Un'altra importante caratteristica della razza è l'espressione da Boston Terrier, che indica un alto grado di intelligenza.
Carattere: è un simpatico compagno, sempre molto attento e vigile, dotato di grande vivacità  e intelligenza e dal temperamento sicuro e risoluto. Un cane ideale quindi per chi vive in appartamento, ma anche per chi vive in campagna e vuole avere vicino un cane elegante e che, dato che il suo pelo è corto e liscio, non dà  problemi per la sua toelettatura e - cosa che ha anch'essa la sua importanza - non lascia peli in giro.

STANDARD DI RAZZA
Altezza : dai 38 ai 43 cm
Peso: non superiore a 11,25 kg, suddiviso nelle seguenti classi: leggeri, sotto i 6,75 kg; medi, fra i 6,75 e i 9 kg; pesanti, sopra i 9 kg e non oltre gli 11,25 kg.
Torace profondo e ampio; spalle oblique; dorso corto; costole profonde e ben arcuate, ben prolungate verso le reni; reni corte e muscolose; groppa leggermente scoscesa sino all'attaccatura della coda; fianchi leggermente rientrati. Il tronco deve avere un aspetto corto ma non grossolano.
Difetti del tronco - Fianchi piatti; torace stretto; reni lunghe o deboli; dorso inarcato o insellato; ventre troppo rientrato.
Testa e muso: cranio squadrato, piatto in alto, senza rughe; guance piatte; arcate sopracciliari brusche; stop ben definito. Gli occhi sono ben distanziati, grandi e rotondi, di colore scuro, con espressione sveglia, ma buona e intelligente; devono essere tagliati diritti nel cranio, con gli angoli esterni allineati con le guance, guardano diritti in avanti. Il muso è corto, squadrato, largo e profondo, proporzionato al cranio; senza rughe; meno lungo che largo e profondo; la sua lunghezza non deve essere superiore a circa un terzo di quella del cranio; la sua larghezza e la sua profondità si mantengono tali fino all'estremità; il muso, dallo stop alla punta del naso, corre su una linea parallela a quella superiore del cranio; tartufo nero e largo, con una linea ben definita fra le narici. Mascelle larghe e squadrate, con denti corti e regolari; hanno la stessa lunghezza o quella inferiore è leggermente più lunga per squadrare il muso. Le labbra scendono bene senza essere cascanti e coprono perfettamente i denti quando la bocca è chiusa. Le orecchie sono portate erette, mozzate per conformarsi alla forma della testa o lasciate naturali, attaccate il più vicino possibile agli angoli del cranio.
Difetti della testa - Cranio bombato o inclinato; solcato da una linea mediana; cranio troppo lungo rispetto alla larghezza o viceversa; stop troppo piatto; arcate sopracciliari e cranio troppo inclinati. Occhi piccoli o infossati; troppo prominenti; di colore chiaro o affetti da glaucoma troppo bianco o congiuntiva visibili. Muso a forma di cuneo o troppo poco profondo; canna nasale discendente; troppo infossata sotto gli occhi; narici strette o troppo larghe; naso a farfalla; denti sporgenti; mascella inferiore debole o troppo corta; rughe. Orecchie mal portate o sproporzionate alla testa.
Collo: di buona lunghezza, leggermente arcuato, porta elegantemente la testa ed è ben unito alle spalle.
Difetti del collo - Grosso e pesante; sottile e incavato; giogaia.
Arti anteriori: moderatamente distanziati e allineati con la punta delle spalle; hanno ossatura diritta e buona muscolatura; pasturali corti e forti; gomiti mai deviati né in dentro né in fuori.
Arti posteriori: solidi si alle grasselle; corti dal garretto al piede; garretti non deviati né in dentro né in fuori; cosce forti e muscolose.
Piedi: rotondi, piccoli e compatti, non deviati né in dentro né in fuori; dita ben arcuate.
Difetti degli arti - Spalle o gomiti deboli; arti posteriori troppo diritti alle grasselle; garretti troppo prominenti; pasturali lunghi o deboli; piedi piatti.
Coda: attaccata bassa, corta, fine e assottigliata verso l'estremità; diritta o girata; priva di frange o pelo ruvido; mai portata sopra la linea orizzontale.
Difetti della coda - Lunga o portata allegramente; deformata o arricciata contro il corpo. (Nota: la lunghezza ideale non deve superare metà della distanza dall'attaccatura al garretto).
Colore ideale: tigrato con macchie bianche. Il tigrato deve essere ben distribuito e definito. Le macchie bianche e nere sono ammesse, ma è preferito il tigrato con macchie bianche.
Macchie ideali - Muso bianco, macchia bianca omogenea su testa, collo, petto, arti anteriori (in parte o totalmente), arti posteriori sotto il garretto.
Difetti di colore e macchie - Tutto bianco; assenza di macchie bianche; preponderanza di bianco sul corpo; mancanza di proporzione fra tigrato e bianco sulla testa; ogni variante che comporta una modifica dello aspetto generale.
Mantello: pelo corto, liscio, lucido, fine.
Difetti del mantello - Lungo o ruvido; non lucido.
Andatura: diritta e sicura. Gli arti anteriori e posteriori si muovono ben allineati e con un ritmo perfetto, dando impressione di forza ed eleganza.
Difetti dell'andatura - L'andatura non deve avere alcuna traccia di rullio o saltelli o ondeggiamenti. I movimenti incrociati, sia dell'anteriore che del posteriore, sono un difetto grave.
Nota: i maschi devono avere due testicoli di aspetto normale, ben scesi nello scroto

SUA SINUOSITA' IL PERSIANO

Prima del 1500 non esistevano in Europa gatti a pelo lungo. Il Gatto d’Angora, di provenienza turca, compare nelle cronache dopo il 1520. Il Persiano, suo discendente,  è invece passato alla storia per essere il frutto del lavoro degli allevatori. Il primo esemplare accertato sembra sia stato esportato in Italia dalla Persia nel 1700 dall’esploratore Pietro della Valle. Un secolo dopo, benché gelosamente custodita, la razza fu portata in Francia ed in Inghilterra, dove fu perfezionata con l’immissione di buon sangue di Angora, ottenendo un pelo più sericeo e moltiplicando le tinte del mantello. In Inghilterra i Persiani sono semplicemente chiamati Longhairs ( Gatti a pelo lungo) ed ogni colore è considerato una razza  a parte.Anche il Persiano nero,è uno dei più "vecchi". L'Inghilterra "patria"storica dei gatti e sopratutto dei Persiani,ha reso famosissimo il Persiano blu,dopo che la Regina Vittoria ne volle due esemplari per Buckingham Palace. Fra i Persiani Unicolore,quelli rossi hanno avuto qualche problemino a causa della difficoltà nell'ottenere una tinta uniforme,mentre il crema (una delicata tonalità pastello)ha riscosso immediato successo. Più recente invece la nascita dei colori chocolate e lilac. Dai mantelli uniti si passa ben presto al Persiano pezzato:il bicolore. La FIFE lo ha suddiviso in 3 gruppi, sancendo per ognuno una precisa ripartizione di colore: il Persiano bicolore con due terzi di colore solido e un terzo di bianco; il Persiano arlecchino ha cinque sesti di mantello bianco,mentre il colore copre un sesto della superficie; il Persiano van con chiazze di colore solo sulla testa e sulla coda. I suoi numerosi estimatori nel mondo affermano che il Persiano possiede tutte le qualità che un gatto deve avere : la pelliccia lunga e infinitamente morbida da accarezzare, la grazia in ogni suo più piccolo movimento e lo sguardo più luminoso e profondo che si possa immaginare. Per la sua nobile avvenenza è stato definito il principe dei gatti.
Il Carattere :
E’ il gatto ideale da compagnia. Si adatta perfettamente alla vita casalinga ed anche i piccoli spazi gli sono congeniali. E’ di indole pacifica e tranquilla, è affettuosissimo e quindi perfettamente adatto alla convivenza con le persone anziane e con i bambini. E’ un eterno cucciolo e pertanto molto disponibile alla compagnia e al gioco. La conformazione della testa per la particolare disposizione dell’asse cranio-facciale innesca molti richiami infantili e quindi desiderio di tenerezza e protezione. E’ un gatto molto equilibrato e tranquillo,difficilmente preda di stress o ansie. Raramente si abbandona a crisi nervose. La sua dolcezza trasmette tranquillità alle persone che vivono con lui . Il suo sguardo e la sua pelliccia folta , lunga e setosa gli hanno fatto conquistare i salotti più aristocratici. Ha una voce piacevole ed anche nella stagione degli amori sia maschio che femmina sono abbastanza discreti Non è così esuberante da mettere a repentaglio i preziosi soprammobili del salotto,non usa le tende come liane né tanto meno si serve della tappezzeria come parete da scalata. La selezione di queste attitudini caratteriali,in lunghi e non sempre facili anni di allevamento,ha valorizzato anche alcune particolarità morfologiche che hanno conferito al Persiano una tipologia che non può proprio essere definita quella del predatore
L’Alimentazione :
Spesso è capriccioso e schizzinoso nei confronti del cibo. Non è così vorace come gatti di altre razze, pertanto,se non si dimostra un po’ di polso all’inizio,si corre il rischio di dovere cambiare cibo continuamente. Non bisogna assecondare tutti i suoi desideri e soprattutto permettergli di rifiutare tutto ciò che non gli garba particolarmente. Il gatto può essere alimentato con cibi di preparazione casalinga o con cibi preconfezionati sia secchi che umidi. I cibi industriali sono completi,hanno il vantaggio dell’appetibilità e quelli umidi di essere disponibili in dosi adatte ad essere consumati nel pasto o nella giornata. Se si opta per un'alimentazione casalinga, i cibi più consigliati sono la carne bianca o rossa (entrambe sempre rigorosamente cotte),frattaglie fresche, riso e verdure, tonno al naturale,pesce fresco ( somministrato cotto e privo di lische e spine), formaggi magri (ricotta, caprini, mozzarella) e ogni tanto un tuorlo d'uovo, che rende il pelo morbido e lucido. La pappa va somministrata sempre a temperatura ambiente, quindi né troppo calda né troppo fredda di frigorifero. Assolutamente da evitare gli avanzi di cucina e dolciumi.Bisogna prestare attenzione alla quantità di cibo poiché tende ad ingrassare facilmente.
LA SCHEDATaglia: medio grande. Peso tra 3,5 e 7 kg.
Testa: tonda, larga e massiccia, ben equilibrata e senza angolature, con fronte ampia, guance paffute e mascelle robuste. Il profilo è piatto, con stop molto marcato, naso cortissimo, collo abbastanza corto e forte.
Orecchie: piccole, non aperte alla base, con la punta arrotondata e ben distanziate.
Occhi: tondi,grandi, di colore intenso brillante, sono ben distanziati e molto espressivi.
Zampe: corte ma muscolose. Il pelo che le ricopre è molto fitto. I piedi sono larghi e rotondi, hanno ciuffi di pelo tra le dita.
Coda: ricca di pelo, può essere lunga da 20 a 30 cm.
Mantello: lungo ( può raggiungere i 15-20 centimetri). Abbondante, spesso, sericeo, vivo, staccato dal corpo, più fluente sul collo, e sulle spalle su cui forma una criniera leonina. Anche sulle zampe il pelo è abbondante, tanto da farle apparire come coperte da pantaloncini.
Colori: grande varietà di colori.
Vita media:intorno ai 15 anni. Alcuni esemplari raggiungono anche i 19 anni.

IL DOGUE DE BORDEAUX

LA STORIA
La storia antica del Dogue de Bordeaux è legata alle vicende politiche di due paesi, la Francia e l’Inghilterra. All’epoca di Enrico II, verso la metà del 1100, i combattimenti di cani contro orsi e tori sono un divertimento popolare. La corte inglese si trasferisce a Bordeaux durante il regno di Edoardo III, e tra il suo seguito ci sono di certo anche i massicci cani da combattimento.
In Europa i cani da combattimento sono probabilmente il risultato di diversi incroci tra cani di origine britannica e varietà locali. In Francia è forte l’influsso dei grandi Bulldog spagnoli, e dei cani inglesi sia di tipo Mastiff (arrivati in Francia dal 1151) sia di tipo Bulldog. Alcuni studiosi pensano che per contribuire alla sua formazione venisse anche usato l'Alano e, in particolare, l'Alano Veltro di cui Gaston Phébus, conte di Foix, dice nel suo "Livre de Chasse" che "ha una presa più potente con il suo morso di quanta ne farebbero tre levrieri...". A metà del XIX secolo questi antichi mastini erano molto conosciuti in Acquitania dove erano utilizzati per la caccia al cinghiale, per i combattimenti - spesso illegali - , per la guardia e la difesa, e per il sevizio ai macellai. Molto diffuso nel periodo della Rivoluzione Francese come cane da guardia dei possedimenti di nobili, il Dogue ebbe il suo declino e si imbastardì dopo la caduta del potere reale e di quello nobiliare e diventò una razza molto rara. Rinasce alla fine del 1800 grazie ad un cinofilo francese, Jean-Pierre Mègnin, che cercò di risalire nella storia della razza cercandone tracce da Bordeaux a Landes, dai Pirenei a Midi. Troviamo, infatti, il Dogue de Bordeaux tipico in un'esposizione canina del 1883 durante la quale vinse Bataille che per Megnin era la giusta immagine della razza: 67 cm al garrese, testa piatta e trapezioidale notevole rispetto al corpo. Da qui la nascita e l'amore di questo nobile e particolarissimo cane che si sta diffondendo anche fuori dalla Francia arrivando in Giappone, Cina, Stati Uniti e Canada.
Il Carattere
Il Dogue ha un livello di attività medio o basso, una maggiore reattività nella guardia. Ha il pelo raso, che richiede un impegno minimo. E’ un cane discreto e pulito in casa. Il suo ambiente ideale prevede comunque uno spazio verde, come molti cani da guardia preferisce la casa alle passeggiate in città. Se ha una buona struttura fisica, e non è in sovrappeso, è adatto e ama le passeggiate in campagna. In estate soffre il caldo, in inverno il freddo, e deve dormire in un luogo ben riparato. In casa richiede una cuccia grande e robusta. E‘ utile un grosso cuscino sfoderabile per evitare la formazione di calli, causati dall‘attrito della pelle dei gomiti e del ginocchio con il pavimento. Oltre agli inconvenienti causati dalla bava (più abbondante in alcuni soggetti), e l’odore del pelo, uno dei problemi da non sottovalutare è la tendenza a russare. Abituatelo a dormire in camera da letto solo se non avete il sonno leggero! Il cucciolo può essere piuttosto tardivo, e trascorrere gran parte del tempo a sonnecchiare. Per il forte legame con la famiglia, non è adatto ad essere lasciato solo in un recinto, per quanto grande.
 Educarlo e Addestrarlo
Il Dogue non è difficile da educare, con una buona scorta di bocconi gustosi e un po’ di pazienza. Impostate subito il richiamo, e insegnate al cucciolo a camminare al guinzaglio, rinforzandolo con dei bocconcini quando vi segue. Se tira fermatevi e rimanete immobili fino a quando non smette di applicare tensioni.
Abituatelo a farsi toccare e manipolare, purtroppo i Dogue sono soggetti a diverse patologie, e il veterinario deve poter curare il cane senza eccessivo stress. Da adulto il Dogue può usare la forza fisica per imporsi, senza aggressività: impuntarsi, trascinarvi al guinzaglio, schiacciare a terra un altro cane. Non rinforzate mai l’aggressività, neppure se vi sembra motivata (es. il cane minaccia chi si avvicina all’automobile). Deve essere socializzato con attenzione, i maschi e alcune femmine possono dimostrare una certa intolleranza verso i propri simili dello stesso sesso. Alcuni soggetti, più reattivi e con maggiore motivazione al gioco, sono stati addestrati (Agility, utilità e difesa, ricerca), ma in generale il Dogue non è una razza adatta agli sport cinofili. Ha scarsa resistenza fisica e mentale, soffre il caldo e ha una motivazione piuttosto bassa.ma nel contempo ha una attitudine molto forte a vigilare e difendere la casa e la famiglia. L’impulso alla guardia deve essere controllato e gestito, il cane deve interrompere l’azione a richiesta del proprietario.
il Dogue ha una naturale attitudine alla guardia. Anche quando sembra sonnecchiare, rimane vigile e pronto ad allarmare con l’abbaio forte e profondo. Se l’estraneo non si allontana, si piazza bene in vista, affrontando l’intruso con sicurezza. La grande taglia e il comportamento confidente lo rendono un cane di sicura efficacia nella guardia. Anche in assenza delle persone di famiglia, tende a dissuadere più che a manifestare aggressività. Fuori dal territorio familiare deve imparare a dimostrare tolleranza e confidenza, il fisico massiccio e la media reattività non lo rendono ideale alla difesa. La taglia grande può essere di impedimento nella protezione (difficile portarselo dietro), inoltre patisce il caldo.
 Standard di Razza
Aspetto generale
Tipicamente un molossoide brachicefalo concavilineo. Il Dogue de Bordeaux ・un cane estremamente prestante, dal corpo molto muscoloso pure conservando un insieme armonioso. E' costruito piuttosto vicino a terra, vale a dire che la distanza sterno-suolo ・ leggermente inferiore all'altezza del torace.
Tarchiato, atletico, imponente, ha un aspetto molto dissuasivo.
Proporzioni importanti
La lunghezza del corpo, dalla punta della spalla alla punta della natica, ・superiore all'altezza al garrese nella proporzione di : 11/10.
La altezza del torace ・superiore alla met・ dell'altezza al garrese.
La lunghezza massima del muso ・eguale ad un terzo della lunghezza della testa.
La lunghezza minima del muso ・eguale ad un quarto della lunghezza della testa.
Nel maschio, il perimetro cefalico corrisponde all'incirca all'altezza al garrese.
Comportamento-carattere
Antico cane da combattimento, il Dogue de Bordeaux ・portato per la guardia che assume con vigilanza e con grande coraggio ma senza aggressivit・ Buon compagno, ・molto attaccato al suo padrone e molto affettuoso. Calmo, equilibrato con soglia di risposta (reazione) elevata.
Il maschio ha un carattere generalmente dominante.
Testa
Voluminosa, angolosa, larga, abbastanza corta, trapezoidale quando ・vista di fronte e dall'alto. Gli assi longitudinali del cranio e del muso sono convergenti (verso l'avanti).
Regione craniale
- Nel maschio : il perimetro del cranio misurato a livello della sua massima larghezza, corrisponde all'incirca all'altezza al garrese.
- Nella femmina : pu・essere leggermente inferiore.
Il suo volume e la sua forma sono la conseguenza dello sviluppo molto importante dei temporali, delle arcate sopraorbitarie, delle arcate zigomatiche e della distanza delle branche del mascellare inferiore. La regione superiore del cranio ・leggermente convessa in senso trasversale.
Depressione fronto-nasale o stop molto accentuata, forma con il muso un angolo quasi retto (da 95 a 100).
Depressione frontale profonda che va attenuandosi verso la estremit・posteriore della testa. La fronte domina la faccia. E' tuttavia ancora pi・larga che alta.
La testa ・solcata da rughe simmetriche da ciascun lato del solco mediano. Queste rughe profonde e contorte sono mobili a seconda che il cane sia in attenzione o meno.
Regione facciale
Tartufo : Largo, con narici ben aperte, ben pigmentato a seconda della maschera. Tartufo retratto (rivolto all'ins・ ammesso ma mai rincalcato verso la faccia.
Muso : Potente, largo, massiccio, ma non appesantito sotto gli occhi, abbastanza corto, profilo superiore molto leggermente concavo, con pliche sobriamente evidenziate. Dato che la sua larghezza diminuisce appena sino alla fine del muso, esso, visto da sopra, ha la forma generale di un quadrato. Rispetto alla regione superiore del cranio, la linea del muso forma un angolo molto ottuso aperto verso l'alto. Allorch・la testa ・orizzontale, la fine del muso tronco, massiccio e largo alla base, si trova al davanti rispetto ad una verticale tangente la faccia anteriore del tartufo. Il suo perimetro si avvicina ai due terzi di quello della testa. La sua lunghezza si situa tra un quarto ed un terzo della lunghezza totale della testa, dal tartufo alla cresta accipitale. I limiti (di un terzo della lunghezza della testa il superiore, e di un quarto l'inferiore) sono ammessi ma non ricercati, la lunghezza ideale del muso collocandosi tra questi estremi.
Mascelle : Molto potenti, larghe. Il cane ・prognato inferiore (il prognatismo ・un carattere razziale). La faccia posteriore degli incisivi inferiori ・in avanti e non a contatto della faccia anteriore degli incisivi superiori. Il mascellare inferiore si incurva verso l'alto. Il mento ・ben marcato e non deve n・sopravanzare esageratamente il labbro superiore n・esserne ricoperto.
Denti : Forti, in particolare i canini. I canini inferiori distanziati e leggermente ricurvi. Incisivi ben allineati soprattutto nel mascellare inferiore dove formano una linea apparentemente diritta.
Labbro superiore : Spesso, moderatamente pendente, retrattile. Visto di profilo presenta una linea inferiore arrotondata. Ricopre il mascellare inferiore sui lati. In avanti il bordo del labbro superiore ・in contatto con il labbro inferiore, poi scende da ciascun lato formando una V rovesciata svasata.
Guance : Prominenti a causa dello sviluppo muscolare molto rilevante.
Occhi : Ovali, largamente distanziati. Lo spazio tra i due angoli interni delle palpebre equivale a circa due volte la lunghezza dell'occhio (apertura palpebrale). Sguardo franco. La congiuntiva non deve mai essere visibile.
Colore da nocciola a bruno scuro per il cane a maschera nera ; colori meno scuri sono tollerati ma non ricercati nei soggetti a maschera marrone o senza maschera.
Orecchie : Relativamente piccole, di colore un poco pi・scuro del mantello. All'attaccatura, la base anteriore ・un po'rialzata. Le orecchie devono ricadere, ma non pendere flaccidamente, il bordo anteriore essendo contro la guancia quando il cane ・in attenzione. L'estremo inferiore ・leggermente arrotondato ; non deve mai sorpassare l'occhio. Inserite abbastanza alte, a livello della linea superiore del cranio di cui esse sembrano ancora accentuare la larghezza.
Collo : Molto forte, muscoloso, pressoch・cilindrico. La sua pelle ・abbondante, lassa e morbida. La sua circonferenza media pressoch・eguaglia quella della testa. E'separato dalla testa da un solco trasversale poco accentuato, lievemente curvo. Il suo profilo superiore ・leggermente convesso. La giogaia, ben marcata, inizia a livello della gola, formando due pliche che arrivano sino al pettorale senza pendere esageratamente. Il collo, molto largo alla base, si fonde senza contrasto con le spalle.
Corpo (tronco)
Linea (dorsale) superiore : Ben sostenuta, con un dorso largo e muscoloso, garrese ben marcato, rene largo, abbastanza corto e solido.
Groppa : moderatamente obliqua sino alla radice della coda.
Torace : Potente, lungo, profondo, largo, disceso pi・in basso del gomito ; pettorale largo e potente in modo che il profilo inferiore (tra gli arti) ・convesso verso il basso. Coste ben discese e ben curvate ma mai a botte. La circonferenza del torace deve essere superiore all'altezza al garrese dagli 0,25 m agli 0,35 m.
Linea (ventrale) inferiore : Profilo ad arpa, dal torace profondo al ventre sollevato e saldo, n・cadente n・ levrettato.
Coda : Molto spessa alla radice. La sua punta raggiunge di preferenza il garretto senza oltrepassarlo. Portata bassa, non ・n・rotta n・annodata ma flessuosa.
Ricadente a riposo, si innalza in generale da 90 a 120 in rapporto a questa posizione, allorch・il cane ・in azione senza incurvarsi sul dorso n・arrotolarsi.
Anteriori : Ossatura forte, arti molto muscolosi.
Spalle : Potenti, con muscoli prominenti. Obliquit・della scapola media (45 circa sull'orizzontale), angolo dell'articolazione scapolo-omerale : un po'superiore ai 90.
Braccio : Molto muscoloso.
Gomiti : Nell'asse del corpo, non troppo chiusi contro la parete toracica n・in fuori.
Avambraccio : Visto di fronte, dritto o un poco inclinato dal fuori all'indentro in modo da avvicinarsi leggermente al piano mediano, soprattutto nei cani con pettorale molto ampio. Visto di profilo, verticale.
Regione metacarpale : Potente. Di profilo, leggermente inclinata. Vista di fronte talora lievemente infuori per compensare la leggera inclinazione dell'avambraccio verso l'interno.
Piedi : Forti, dita ben chiuse, unghie ricurve e forti, cuscinetti plantari ben sviluppati e flessibili ; il cane nonostante il suo peso ・chiaramente digitigrado.
Posteriori : Arti robusti con forte ossatura, ben angolati.
Visti da dietro : i posteriori ben paralleli e verticali danno un'impressione di potenza bench・il retrotreno sia leggermente meno largo dell'avantreno.
Cosce : Molto sviluppate e massicce, con muscolatura evidente.
Ginocchio o grassella : Dentro un piano parallelo al piano mediano o leggermente in fuori.
Gamba : Relativamente corta, muscolosa, discendente in basso.
Garretto : Corto, nervoso, angolo del garretto moderatamente aperto.
Metatarso : Robusto, assente lo sperone.
Piedi : Un po' pi・lenghi degli anteriori, dita ben chiuse.
Andature :
Abbastanza sciolta per un molosso. Al passo, movimento ampio e sciolto radente al terreno. Buona spinta dei posteriori, buona ampiezza dei movimenti degli anteriori soprattutto al trotto, che ・ l'andatura preferita. Quando il trotto si accelera, la testa ha la tendenza ad abbassarsi, la linea dorsale superiore ad inclinarsi verso l'avanti, i piedi anteriori a ravvicinarsi al piano mediano nella briosa ricerca del terreno ben in avanti. Piccolo galoppo con spostamento verticale abbastanza importante. E' capace di grande velocit・correndo radente al suolo su delle brevi distanze.
Pelle : Spessa e sufficientemente abbondante.
Mantello :
Pelo : Fine, corto e morbido al tatto.
Colore : Unicolore, in tutta la gamma del fulvo, dal mogano all'isabella. Sar・ricercata una buona pigmentazione. Le macchie bianche poco estese sono ammesse al petto ed all'estremit・dagli arti.
Maschera
Maschera nera : la maschera ・ tuttavia abbastanza poco estesa e non deve mai invadere la regione craniale. Pu・essere accompagnata da leggere carbonature sul cranio, orecchie, la coda e la parte superiore del corpo. Il tartufo ・allora nero.
Maschera marrone (un tempo detta rossa o bruna) : il tartufo ・allora marrone, il bordo delle palpebre ・ ugualmente marrone.
Senza maschera : Il pelo ・fulvo ; la pelle apparir・rossa (ugualmente chiamati un tempo " maschera rossa "). Il tartufo ・allora rossastro o rosa.
Altezza
La taglia deve corrispondere all'incirca al perimetro cefalico.
- Maschi : da 60 a 68 cm al garrese
- Femmine : da 58 a 66 cm al garrese
Si tollereranno 1 cm in meno e 2 cm in pi・
Peso :
- Maschi : 50 chilogrammi almeno.
- Femmine : 45 chilogrammi almeno.
Femmine : Caratteri identici ma meno accentuati.
Difetti :
Ogni scostamento da quanto precede deve essere considerato come un difetto che sar・penalizzato in funzione della sua gravit・
Difetti gravi :
- Iper-aggressivo, pauroso.
- Testa corta e rotonda con occhi sporgenti.
- Ipertipo bulldog (cranio piatto, muso che misuri meno di un quarto della lunghezza totale della testa).
- Deviazione laterale importante della mandibola.
- Incisivi visibili in modo costante, quando la bocca ・chiusa.
- Dorso a volta (convesso).
- Coda che presenti delle vertebre saldate ma non deviate.
- Piedi anteriori girati all'indentro, anche leggermente.
- Piedi anteriori esageratamente ruotati all'infuori.
- Cosce piatte.
- Angolo del garretto troppo aperto (angolatura diritta).
- angoli troppo chiusi, cane sotto di s・di dietro.
- Garretti da vacca, garretti a botte.
- Andatura zoppicante od oscillazioni importanti nel posteriore.
- Ansimare eccessivo, respirazione russante.
- Bianco all'estremit・della coda o sopra la regione anteriore degli arti, al di sopra del carpo e del tarso.
Difetti da squalifica :
- Testa lunga e stretta con stop poco accentuato, muso che misura pi・di un terzo della lunghezza totale della testa (mancanza di tipo nelle testa).
- Muso parallelo alla linea superiore del cranio o discendente, muso arcuato.
- Torsione della mandibola.
- Cane non prognato inferiore.
- Canini visibili in modo costante, quando la bocca ・chiusa.
- Lingua in fuori in modo costante, quando la bocca ・chiusa.
- Coda al tempo stesso con nodi e deviata lateralmente o ritorta (a cavatappi).
- Coda atrofizzata.
- Avambraccio storto con regione metacarpale molto cedevole.
- Angolo del garretto aperto verso l'indietro (tarso deviato verso l'avanti).
- Bianco sulla testa o sul corpo, colori del mantello diversi dal fulvo.
- Tara invalidante visibile.